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Dogana svizzera, tra riforme e rischi: la posizione di Franzosini SA nel servizio speciale della RSI
Il servizio andato in onda oggi sulla Radiotelevisione Svizzera (RSI) ha offerto un’analisi approfondita sul controverso progetto di revisione della legge doganale svizzera, attualmente in fase di definizione parlamentare. Al centro del dibattito, la proposta di abolire l’obbligo di dichiarazione doganale per determinate categorie di merci esenti da dazio. Una misura presentata come semplificazione amministrativa, ma che secondo molti operatori del settore comporta gravi rischi sistemici.
Tra gli ospiti intervistati dalla RSI figurano Marco Tepoorten, Presidente di Franzosini SA e della holding Tepoorten Group SA, Daniel Siena, esperto operativo presso il valico doganale di Stabio, e Reto Schenker, consulente ed ex quadro federale. Tutti e tre hanno sollevato preoccupazioni puntuali e argomentate sugli effetti concreti della riforma, evidenziando l’impatto non solo sul traffico di confine ma sull’intero sistema logistico svizzero.
Secondo quanto emerso nel servizio, la soppressione dell’obbligo di dichiarazione potrebbe indebolire il controllo sulle merci in entrata e in uscita, aumentando il rischio di falsificazioni, contrabbando e frodi commerciali, proprio in una fase in cui la vigilanza dovrebbe essere rafforzata. Le piccole e medie imprese del settore doganale risulterebbero particolarmente penalizzate, poiché private di una funzione essenziale: l’intermediazione fiduciaria tra il mondo delle imprese e quello delle autorità.
Tepoorten ha sottolineato come, dietro a questa riforma, si stiano muovendo spinte politiche e lobbistiche poco trasparenti. In particolare, viene messa in discussione la posizione del Swiss Shippers Council (SSC), che risulta tra i principali promotori dell’abolizione delle dichiarazioni, nonostante conti tra i suoi membri oltre 50 società di spedizione. Un paradosso evidenziato anche nelle recenti interpellanze parlamentari e cantonali, che accusano il SSC di non rappresentare più gli interessi reali di tutti i suoi soci.
Il nome di Fabio Regazzi, Consigliere nazionale e autore della modifica dell’articolo 13 della legge doganale, è stato al centro delle critiche mosse dagli intervistati, che lo accusano di sottovalutare il pericolo di una concorrenza sleale e incontrollata derivante dalla deregolarizzazione delle procedure doganali. Secondo Marco Tepoorten, questa riforma rischia di compromettere la sicurezza economica e normativa della Svizzera, in cambio di presunti risparmi amministrativi che non tengono conto delle conseguenze pratiche e della perdita di professionalità nel settore.
Franzosini SA, da sempre attenta alla qualità, alla legalità e alla responsabilità nel mondo delle spedizioni e dei servizi doganali, invita le associazioni di categoria – in particolare Spedlogswiss Ticino e Spedlogswiss nazionale – a esprimersi in modo chiaro e deciso. Il momento richiede un fronte comune, trasparente e consapevole, per contrastare derive legislative che mettono a repentaglio la filiera logistica svizzera e la tutela degli interessi professionali dei suoi operatori.
Il servizio RSI e le dichiarazioni rilasciate da Tepoorten, Siena e Schenker rappresentano un primo passo importante per aprire un dibattito pubblico. Ma, come sottolineato da Franzosini, sarà necessaria una presa di posizione più incisiva e strutturata, sia a livello associativo che politico, per salvaguardare la stabilità del sistema doganale e logistico elvetico.
Maggiori approfondimenti sono disponibili anche sul profilo LinkedIn di Marco Oliver Tepoorten, dove è possibile seguire l’evoluzione del dibattito e accedere a contenuti aggiuntivi.